martedì 5 marzo 2013

“La chiave di Sara” di Gilles Paquet-Brenner: per non dimenticare uno dei più drammatici e ignobili episodi della storia francese.


Tra il 16 e il 17 luglio del 1942, tredicimila ebrei parigini furono arrestati dalla polizia collaborazionista francese e imprigionati in condizioni disumane nel Vélodrome d’Hiver, in attesa di essere destinati ai vari campi di concentramento nazisti.
Tra i coinvolti nel rastrellamento vi furono anche i coniugi Starzynski e la loro figlia maggiore Sara (Mélusine Mayance), la quale, prima di lasciare la loro abitazione, rinchiuse il fratellino Marcel in un armadio, affinché almeno lui potesse sfuggire al raid della polizia.
Nel 2009 Julia Jarmond (Kristin Scott Thomas), una giornalista americana sposata con un architetto francese e da anni residente a Parigi, deve realizzare un reportage sulla drammatica vicenda del rastrellamento del Vél d’Hiv
Nel corso delle sue indagini la donna verrà a conoscenza della tragedia di Sara e, inaspettatamente,  scoprirà che le tristi vicende di quella ragazzina sono drammaticamente legate a quelle della famiglia di suo marito…


Tratto dal romanzo di Tatiana de Rosnay e diretto da Gilles Paquet-Brenner, “La chiave di Sara”,  insieme a “Vento di primavera” di Rose Bosch, ha indubbiamente il merito di aver contribuito a riportare alla luce i drammatici eventi dell’estate del 1942 legati al rastrellamento del Velodromo d’Inverno di Parigi.
Muovendosi sullo sfondo della tragedia della Shoah, il regista ci presenta la storia di due donne che, sebbene vissute in epoche diverse, a poco a poco lo spettatore vede dolorosamente intrecciarsi.
Sara, dopo essere riuscita a fuggire dal campo di concentramento in cui era internata insieme ai suoi genitori, non riesce a dimenticare il suo triste passato, attanagliata da un rimorso che ne corrode lentamente l’esistenza.
Nella Parigi dei nostri giorni, un’altra donna, la giornalista americana Julia, sta attraversando un periodo particolarmente delicato, sia nella sfera privata ( con una gravidanza inattesa e le conseguenti incomprensioni con il marito ) che in quella professionale.
L’indagine che sta conducendo sul rastrellamento del Velodromo d’Inverno avvenuto durante il secondo conflitto mondiale, la sta in effetti coinvolgendo profondamente dal punto di vista emotivo, soprattutto dopo che, casualmente, la donna è venuta a conoscenza della triste storia di Sara e della sua famiglia.
Proprio mentre sta cercando di scoprire cosa sia successo a lei e al suo fratellino, i cui nominativi non compaiono tra quelli dei deceduti nei campi di concentramento, Julia farà una terribile scoperta, il cui oggetto, oltre a essere stato alla base del tormento interiore di Sara, le cambierà per sempre l’esistenza, dandole allo stesso tempo la forza di riprogrammare completamente il proprio futuro.
Nei panni della giornalista americana ritroviamo una particolarmente intensa Kristin Scott Thomas, che dimostra per l’ennesima volta tutta la sua incredibile bravura, mentre la giovanissima Mélusine Mayance è semplicemente strepitosa nella parte della piccola ma estremamente coraggiosa Sara.
Il continuo alternarsi dei due piani temporali contribuisce indubbiamente a donare dinamicità alla narrazione, coinvolgendo emotivamente lo spettatore nella stessa e rendendolo, ancora una volta, testimone impotente di fronte agli errori e agli orrori della storia dell’umanità.



Titolo: La chiave di Sara ( Elle s’appelait Sarah )
Regia: Gilles Paquet-Brenner
Interpreti: Kristin Scott Thomas, Aidan Quinn, Mélusine Mayance, Michel Duchaussoy, Frédéric Pierrot
Nazionalità: Francia
Anno: 2010

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