lunedì 11 marzo 2013

“Ti amerò sempre” di Philippe Claudel: l’estremo e tragico gesto di una madre nei confronti del proprio figlio.


Dopo aver trascorso 15 anni in carcere per l’omicidio del proprio bambino, Juliette Fontaine (Kristin  Scott Thomas) viene ospitata dalla sorella minore Léa (Elsa  Zylberstein) a Nancy, dove vive con il marito, le due figlie adottive e il suocero malato.
La donna adesso può fare esclusivamente affidamento su Léa, dal momento che è l’unica della sua famiglia che nel corso degli anni ha continuato a volerle bene.
Il reinserimento nella società si presenta tutt’altro che semplice per lei, sia sul piano lavorativo, che nei rapporti interpersonali, tanto più che Juliette sembra voler continuare a rimanere isolata da tutto ciò che la circonda.
Grazie però all’affetto e alla vicinanza della sorella, delle nipotine e delle persone che incontrerà nella sua nuova vita fuori dal carcere, la donna riuscirà a poco a poco a riaprirsi verso il mondo esterno e, soprattutto, a rivelare finalmente il vero motivo che quindici anni prima la spinse ad uccidere il proprio figlio…

Ti amerò sempre” è il film che ha segnato il debutto alla regia di Philippe Claudel, uno dei più apprezzati scrittori francesi contemporanei.
Protagonista assoluta della pellicola è una bravissima Kristin Scott Thomas nel ruolo più drammatico e impegnativo della sua carriera cinematografica, grazie al quale nel 2008 si è aggiudicata il premio come migliore attrice agli European Film Awards.
In effetti, l’immagine glaciale che da sempre contraddistingue l’attrice inglese si presta  perfettamente all’interpretazione di una donna la cui condanna sembra destinata a non avere mai fine, sebbene sia uscita recentemente dal carcere dopo avervi trascorso gli ultimi 15 anni.
Come se continuasse a vivere in una prigione virtuale che lei stessa si è imposta, Juliette appare perfino incapace di contraccambiare l’affetto dimostratole da Léa che, nonostante tutto, ha sempre conservato un buon ricordo della sorella maggiore.
Inizialmente, rimaniamo addirittura infastiditi dalla freddezza da lei ostentata ogniqualvolta si trova costretta a parlare del proprio passato; però, il calore dell’ambiente familiare che la circonda riuscirà a poco a poco a sciogliere il gelo interiore nel quale sembra intrappolata, e a infonderle la speranza che anche per lei  possa esserci un futuro.
E’ solamente a seguito della casuale scoperta da parte di Léa di ciò che è effettivamente successo quindici anni prima, che riusciamo finalmente a comprendere l’assoluto distacco di Juliette dal mondo che la circonda e tutta la tragicità del suo gesto; quello di una madre che, di fronte alla prospettiva di veder soffrire inutilmente il proprio figlio a causa dalla malattia da cui lo aveva improvvisamente scoperto affetto, ha dovuto prendere la dolorosa decisione di privarlo della vita.
Anche se alla luce di tutto ciò la sua posizione avrebbe potuto senz’altro essere valutata diversamente, Juliette non ha mai voluto rivelare le reali dinamiche dei fatti; e sebbene questo le sia addirittura costato il disprezzo e l’abbandono da parte dei suoi genitori, dopo la morte del suo bambino nulla ha avuto più  importanza per lei.
Claudel con la sua pellicola di esordio ha sollevato per l’ennesima volta il delicato dibattito sul diritto alla vita e l’eutanasia; e lo ha fatto mettendo in scena il dramma di una madre e il suo estremo atto d'amore nei confronti del proprio figlio.



Titolo: Ti amerò sempre ( Il y a longtemps que je t’aime )
Regia: Philippe Claudel
Interpreti: Kristin Scott Thomas, Elsa Zylberstein, Frédéric Pierrot, Serge Hazanavicious
Nazionalità: Francia
Anno: 2008

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