domenica 28 dicembre 2014

“Tre colori - Film Bianco” di Krzysztof Kieślowski: una riflessione sull’effettiva impossibilità di raggiungere l’uguaglianza.



Karol ( Zbigniew Zamachowski ), un parrucchiere polacco, si sposa a Parigi con la francese  Dominique ( Julie Delpy ).
A causa dell’incapacità dell’uomo, dopo il matrimonio, di avere rapporti sessuali con la moglie, quest’ultima riesce ad ottenere dal tribunale la separazione. 

Rimasto senza casa e senza soldi, Karol si ritrova così costretto a tornare a Varsavia da suo fratello, anche lui parrucchiere.
Dopo un viaggio alquanto avventuroso, inizia a rifarsi una vita nel suo paese natale e, grazie ad una fortunata speculazione immobiliare, riesce a mettere su una propria attività commerciale e ad accumulare in poco tempo una notevole fortuna. 
A quel punto, si sentirà finalmente pronto a vendicarsi della sua ex moglie; non tutto, però, andrà secondo i suoi piani…





Tre colori - Film Bianco” è la seconda delle tre pellicole dedicate da Krzysztof Kieslowski ai colori della bandiera francese e, conseguentemente, ai principi fondamentali della rivoluzione del 1789.
In effetti è il raggiungimento dell’uguaglianza o, forse sarebbe più corretto affermare, l’impossibilità di raggiungerla, il tema affrontato dal regista polacco in questo lungometraggio premiato nel 1994 a Berlino con l’Orso d’Argento.
Al centro della vicenda troviamo un cittadino polacco, terribilmente innamorato della propria moglie, il quale, a causa di una sopraggiunta impotenza sessuale e, soprattutto, della sua incapacità di esprimersi correttamente nella lingua del paese che lo ospita, non è in grado di far valere le proprie ragioni di fronte alle istituzioni.
Una volta rientrato in Polonia, nell’intento di crearsi anche lui un posto al sole, e riuscire così a giocare ad armi pari con chi lo ha denigrato e umiliato, si ritrova costretto a mettere da parte la sua disarmante ingenuità; però, nel momento in cui crede di aver finalmente raggiunto la tanto agognata uguaglianza, ecco che la sua vera indole torna inaspettatamente ad emergere, impedendogli di realizzare pienamente la sua vendetta.
Zbigniew Zamachowski, nei panni di Karol, dimostra la sua incredibile bravura nel conferire una gradevole comicità al personaggio da lui interpretato, riuscendo così a stemperare i toni prettamente drammatici della pellicola.
La fotografia di “Tre colori - Film Bianco”, proprio nell’intento di richiamare il colore citato nel titolo, dà ampio risalto sia ai paesaggi innevati che ai cieli invernali della Polonia, dove è prevalentemente ambientata la vicenda.
Per finire, una curiosità: Juliette Binoche, già interprete principale di “Tre colori – Film Blu”, appare anche in un cameo nelle scene iniziali del film.


Titolo: Tre colori - Film Bianco ( Trois couleurs: Blanc )
Regia: Krzysztof Kieslowski
Interpreti: Zbigniew Zamachowski, Julie Delpy, Janusz Gajos, Jerzy Stuhr
Nazionalità: Francia, Svizzera, Polonia
Anno: 1994



lunedì 15 dicembre 2014

“Zazie nel metrò” di Louis Malle: la caleidoscopica trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Raymond Queneau.


Zazie (Catherine Demongeot) è una ragazzina di dieci anni che giunge a Parigi in compagnia della madre; e mentre quest’ultima trascorrerà due giorni tra le braccia del suo amante, la bambina dovrà rimanere con l'eccentrico zio Gabriel (Philippe Noiret).
Arrivata dalla provincia con la precisa intenzione di salire sul métro, a causa di uno sciopero non potrà però realizzare questo suo desiderio. 
A ogni modo, il suo breve soggiorno nella capitale francese sarà per lei l’occasione per entrare in  contatto con il variegato mondo degli adulti; e, soprattutto, si rivelerà un tale concentrato di esperienze, che al momento di  tornare a casa, quando la madre le chiederà che cosa abbia fatto durante quei due giorni, Zazie risponderà sconsolatamente: “Sono invecchiata”.



Con “Zazie nel metrò”, nel 1960 Louis Malle portò sul grande schermo l’omonimo romanzo di Raymond Queneau che, almeno inizialmente, non era stato invece ritenuto adatto per una trasposizione cinematografica.
Come nel libro, protagonista della vicenda è la vivace Zazie, la quale, malgrado la sua giovanissima età, si ritrova coinvolta in un susseguirsi di situazioni surreali che le permettono comunque di maturare un primo giudizio sulle stranezze e contraddizioni degli adulti.
Zazie nel metrò” si presenta agli occhi dello spettatore come un variopinto caleidoscopio di personaggi, suoni e gag divertenti, sullo sfondo di una colorata Parigi a cavallo degli anni cinquanta e sessanta; e per la sua realizzazione il regista ha attinto anche dal cinema del passato, reinterpretandolo però nell’ottica di un’assoluta libertà di espressione, conformemente a quelli che all’epoca erano i dettami della Nouvelle Vague francese.


Titolo: Zazie nel metrò ( Zazie dans le métro )
Regia: Louis Malle
Interpreti: Catherine Demongeot, Philippe Noiret, Vittorio Caprioli, Jacques Dufilho
Nazionalità: Francia
Anno: 1960